I santi possono dire cose sbagliate

di Tommaso Cardinale, 8 luglio 2021

I santi possono dire o scrivere cose sbagliate, anche gravi? Certamente. Questo perché, fino alla fine della loro vita, tutti i santi sono peccatori.

Ma sarà capitato a qualcuno di dover discutere con qualche amico o amica su alcune affermazioni di santi conosciuti e “importanti” per la Chiesa Cattolica, come sant’Agostino o san Tommaso D’Aquino. Il più delle volte si tratta di false attribuzioni, o di veri e propri plagi del pensiero dei santi, come nel caso dell’associazione per l’eutanasia che distorce la dottrina cattolica sul fine vita utilizzando uno scritto di finzione di san Tommaso Moro.

Per approfondire questa questione dei santi che dicono o scrivono cose evidentemente sbagliate e paradossalmente non cattoliche su FemCatholic è stato analizzato un passaggio considerato antifemminista della Summa Theologica di Tommaso D’Aquino, santo e dottore della Chiesa:

Rispetto alla natura particolare la femmina è un essere difettoso e manchevole. Infatti la virtù attiva racchiusa nel seme del maschio tende a produrre un essere perfetto, simile a sé, di sesso maschile. Il fatto che ne derivi una femmina può dipendere dalla debolezza della virtù attiva, o da una indisposizione della materia, o da una trasmutazione causata dal di fuori, p. es., dai venti australi che sono umidi, come dice il Filosofo.

Questo passaggio, preso dalla prima risposta alla prima obiezione della Questio 92 del Volume 1 della Summa, sembrerebbe relegare la donna a un’umanità di serie B (essere difettoso e manchevole). Ma, come in tanti altri casi, per comprendere un pensiero basta leggere più in là di quello che, a una prima lettura, può scandalizzare:

Rispetto invece alla natura nella sua universalità, la femmina non è un essere mancato, ma è espressamente voluto in ordine alla generazione. Ora, l'ordinamento della natura nella sua universalità dipende da Dio, il quale è l'autore universale della natura. Perciò nel creare la natura egli produsse non solo il maschio, ma anche la femmina.

La prima parte del passaggio si può comprendere alla luce di quanto viene dopo e di quanto c’è prima: a questo punto della Summa san Tommaso sta infatti esponendo le sue teorie sul genere umano (uomini e donne), trattando sia aspetti teologici e metafisici che biologici e fisici, partendo dalle conoscenze che il suo contesto storico poteva offrire. In particolare qui, riguardo alla questione della donna, san Tommaso tenta di spiegare il senso dell’ordine della creazione descritto nei primi due libri della Genesi. 

Utilizzando gli strumenti filosofici di Aristotele, dal punto di vista “particolare” (quindi non dal punto di vista di Dio) san Tommaso riesce a teorizzare la differenza della donna rispetto all’uomo solo a causa di una mancanza o di una interferenza esterna. 

Se avesse avuto a disposizione gli studi di biologia moderni e contemporanei non avrebbe avuto dubbio sul fatto che anche la scienza biologica e fisica concorda, dal punto di vista particolare, con “l’ordinamento della natura voluto da Dio”, cioè che la donna non è un uomo mancato o distorto ma un essere umano di sesso femminile.

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