Sapevi che la prima donna laureata al mondo è stata un'oblata benedettina? Stiamo parlando di Elena Lucrezia Corner, nata a Venezia nel 1646 da padre nobile e mamma di umili condizioni.
La famiglia della prima donna a essersi laureata al mondo
Nata a Venezia il 5 giugno 1646, Elena Lucrezia Corner era la quinta dei sette figli di Zanetta Boni e Giovan Battista di Girolamo, insieme a Francesco, Caterina, una femmina di cui non si conosce il nome, Baldissera, Caterina Isabetta e Girolamo Baldissera.
La vicenda della sua famiglia è particolarmente travagliata: sua madre era una popolana e, secondo alcuni suoi contemporanei, una prostituta. Strinse con Giovan Battista di Girolamo, procuratore di san Marco, una relazione irregolare: ebbero quattro figli prima che lui si decidesse ad accoglierla a casa sua e aspettarono fino al 1654 prima di sposarsi. Benché legittimati, i figli rimanevano esclusi dal novero del patriziato a causa della condizione sociale della madre. Non sarebbe possibile comprendere la storia di Elena Lucrezia se non si tenesse conto della prepotente ambizione del padre.
Venne iscritta all'albo d'oro dei nobili a 18 anni, quando il padre sborsò 100.000 ducati per elevare a patrizi lei e i suoi fratelli. Elena Lucrezia si appassionò presto agli studi, in cui venne seguita dal padre, deciso a servirsi delle sue straordinarie doti per riscattare l'onore della famiglia. Nonostante questo, lei sembrava desiderosa di condurre una vita ritirata e incline alla modestia e alla riservatezza piuttosto che all'esibizione e allo sfoggio erudito. In più nutriva un'autentica vocazione religiosa che la spinse a entrare come oblata nell'Ordine benedettino a soli diciannove anni: una scelta sofferta che non corrispondeva al desiderio dei genitori di farla sposare, ma a cui rimase sempre fedele.
Gli studi di Elena Lucrezia Corner, la prima donna laureata
Il parroco di S. Luca, Giovanni Battista Fabris, colpito dall'intelligenza di Elena Lucrezia consigliò al padre di farle impartire un'educazione superiore - eccezionale per una donna -, avviandola agli studi classici. Le doti non comuni della Corner le permisero di allargare la sua formazione oltre i confini della cultura classica e umanistica: studiò anche lo spagnolo, il francese, l'arabo, l'aramaico, e arrivò a possedere una profonda cultura musicale. Approfondì inoltre eloquenza, dialettica e filosofia, prendendo per quest'ultima lezioni da Carlo Rinaldini, professore all'università di Padova e amico del padre.
Per completare la sua formazione Elena Lucrezia si dedicò inoltre allo studio della teologia, con ogni probabilità sotto la guida del conventuale F. Rotondi, e dell'ebraico, acquisendone in breve una notevole padronanza. Ancor prima della laurea, la sua fama per la sua erudizione, la cultura scientifica e la conoscenza di numerose lingue straniere si era diffusa progressivamente, fino ad arrivare a dimensioni europee.
Elena Lucrezia fu ripetutamente chiamata a fare esami privati e a dare dimostrazioni pubbliche della sua erudizione. Quella che suscitò maggiore meraviglia fu una disputa filosofica in greco e in latino tenuta il 30 maggio 1677, che preparò il terreno per la richiesta della laurea in teologia. Nello stesso anno fece domanda per addottorarsi in teologia, ma il cancelliere dello Studio padovano, il cardinale Gregorio Barbarigo, oppose un fermo rifiuto alla sua richiesta. Grazie alla mediazione di Rinaldini, Elena Lucrezia poté infine laurearsi il 25 giugno 1678 in filosofia, e non in teologia come inizialmente desiderato, diventando ufficialmente la prima donna a laurearsi nel mondo.
Dopo la laurea si trasferì nel Palazzo di famiglia a Padova. La sua costituzione, già debole, era stata messa alla prova dallo studio. Gravemente debilitata dal susseguirsi di tante malattie, morì di cancrena a trentotto anni, il 26 luglio 1684.
L’eredità lasciata dalla prima donna laureata al mondo
Elena Lucrezia Corner fu a lungo considerata da parte dei familiari un fenomeno da esibire, una donna erudita in grado di sciorinare dissertazioni filosofiche e dialogare in latino. Ma le sue doti non bastarono per ottenere il diritto a competere con gli uomini in campo intellettuale: la sua laurea fu uno spiraglio immediatamente richiuso, tanto che solo nel 1732 in Italia si laureò un'altra donna, Laura Bassi.
Quanto al valore di riscatto femminile che è stato talvolta attribuito alla sua figura, occorre dire che in tutta la sua vicenda non è dato cogliere in alcun modo una difesa della dignità delle donne, di una rivendicazione della loro capacità, se non del diritto, a competere con gli uomini almeno sul piano culturale.
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