Aborto e diagnosi sbagliate

Elaborazione di documentazione.info da ilmessaggero.it, Guardian e Daily Mail, 4 novembre 2007
A Londra in questi giorni ha avuto luogo l’ennesimo caso di diagnosi sbagliata e di aborto fallito. Rebecca Jones, 35 anni, incinta di due gemelli, Gabriel e Ieuan, si era lasciata convincere dai medici sulla «assoluta necessità» di sopprimere uno dei due prima della nascita. Il piccolo Gabriel, secondo gli specialisti, aveva un cuore troppo grande: «meglio porre fine alle sue sofferenze prima, piuttosto che dopo» questo l’argomento che ha convinto la madre, così alla 25esima settimana ha accettato la procedura dell’aborto selettivo.

La vittoria di Gabriel
I medici si sono messi a lavoro: prima hanno tentato di tagliare il cordone ombelicale senza riuscirvi, poi hanno diviso in due la placenta convinti che sarebbe morto. Ma Gabriel non ha mollato, ha lottato ed è sopravvissuto all’intervento. È cresciuto senza ulteriori problemi dentro la pancia di mamma per altre cinque settimane, poi entrambi i gemelli sono stati portati prematuramente alla luce con il taglio cesareo.
Il paradosso? Proprio l’intervento abortivo di divisione della placenta ha permesso al feto di ricominciare a nutrirsi regolarmente e continuare il suo sviluppo senza problemi.

Troppa disinvoltura nell'aborto, lo dice chi lo ha introdotto in Inghilterra
Questo accade all’indomani delle dichiarazioni di Lord Seel, esponente della Camera dei Lord, e autore della Legge sull’Aborto di quaranta anni fa. Come riportato dal Guardian, a fine ottobre aveva affermato che l’aborto nel Regno Unito è contraddistinto da un “atteggiamento irresponsabile”. Utilizzato con troppa disinvoltura ha portato alla situazione di 194.000 interventi abortivi lo scorso anno solo in Inghilterra e Galles. Il Lord ha proseguito che non era nelle intenzioni di chi ha scritto la legge arrivare ai 6,7 milioni di aborti da quando la legge è stata promulgata. Oggi nel Regno Unito per ogni 100 nati avvengono 29 aborti.

Un cambiamento ispirato dalla scienza
Sabato 27 ottobre è stato il 40esimo anniversario dell’Abortion Act e il dibattito sulla questione ha raggiunto il suo culmine. Le nuove immagini 4D agli ultrasuoni del feto e il fatto che alcuni bambini prematuri di 22 settimane possono sopravvivere ha richiamato alla necessità di una riduzione del termine di 24 settimane che la legge sancisce. Attualmente non ci sono limiti in caso di “serio handicap” ma centinaia di bambini sono stati abortiti per disabilità minori. Gli aborti sono aumentati del 4% nell’ultimo anno con un incremento della percentuale di donne in giovane età.

Per ora una commissione parlamentare inglese ha rifiutato l’abbassamento del limite di 24 settimane. Ma la questione della troppa disinvoltura nel ricorrere all’aborto rimane aperta, anche alla luce dell’avventura di Gabriel.