In Francia continua ad essere oggetto di discussione e di riflessione dell’opinione pubblica la recente proposta di legge che regolamenta il matrimonio tra coppie omosessuali e la possibilità di adottare un bambino.
Lo scorso 24 marzo si è svolta a Parigi una grande manifestazione di dissenso nei confronti della legge. Un milione di persone, oltre le aspettative di organizzazione, ha ribadito la necessità del ritiro del provvedimento e l’indizione di un referendum nazionale. “La forza della ManifPourTout sta soprattutto nel suo carattere trasversale: tra i suoi sostenitori ci sono anche musulmani, protestanti, elettori del centro-destra, persino qualche sostenitore della gauche che non si riconosce nel progetto di legge sostenuto da Hollande. E come portavoce non ha un politico o un prete, ma l'umorista cattolica Frigide Barjot”. Qui le immagini della manifestazione in cui si può notare il clima sereno e i toni pacati:
La manifestazione ha evidenziato ancora una volta le divisioni che ci sono nell’opinione pubblica francese. Da un sondaggio effettuato dal quotidiano Le Figaro è emerso che l’80% dei francesi ritiene che il governo debba ritirare il provvedimento e sottoporlo al giudizio popolare tramite referendum.
La dimostrazione più emblematica è rappresentata, probabilmente, dalla divergenza di vedute tra il ministro della giustizia francese Christiane Taubira, grande sostenitrice dei matrimoni gay, e il suo nuovo capo di gabinetto Christine Maugue che racconta in un articolo di Le Figaro che quando era Consigliera di Stato rifiutò di concedere l’adozione ad un insegnante omosessuale.
Questa è l’ultima tappa di un processo che dura da mesi caratterizzati non solo dall’iter legislativo di approvazione della proposta di legge ma anche dal grande interesse del popolo francese sulla questione.
Lo scorso 13 gennaio, infatti, si era svolta una prima imponente manifestazione di cattolici e laici che si opponevano a questo disegno di legge, difendendo il matrimonio tra uomo e donna come l’unico vero matrimonio. Un segnale di opposizione alla legge era venuto anche da imam musulmani e dal gran rabbino di Francia Gilles Bernheim che aveva definito tale legge “la negazione di qualsiasi differenza sessuale” con il rischio di una “confusione irreversibile di tre concetti: le genealogie, lo statuto del bambino e le identità”. (Delle dichiarazioni del rabbino di Francia abbiamo già parlato qui).
Pochi giorni dopo, il 29 gennaio, la proposta di legge era approdata in Parlamento per la relativa discussione con l’importante novità che dal progetto rimaneva fuori la procreazione medicalmente assistita per le coppie di donne.
Era il 2 febbraio quando l’Assemblea Generale approvava l’art.1 (il cuore della questione) di tale legge, che cita testualmente: “Il matrimonio è contratto tra due persone di sesso differente o dello stesso sesso”. Il 12 febbraio, sempre in seno a tale ramo del Parlamento, è avvenuta la definitiva adozione del testo.
Il 2 aprile la legge passerà all’esame del Senato per la definitiva approvazione.