Gli asili nido in Italia sono pochi e troppo cari

di Nicoletta Cotto, Il Sole 24 Ore, 16 febbraio 2007
Difficoltà di accesso, forti disparità economiche fra Regioni: mandare un figlio all’asilo comunale costa in media 290 euro al mese, ma un bambino su tre non riesce a trovare posto. A trent’anni dall’istituzione gli asili nido comunali sono ancora molto al di sotto dei numeri previsti nel 1976 e solo il 16% dei Comuni italiani ha attivato il servizio di asilo nido. Le rette più care si pagano a Lecco (572 euro al mese), Belluno (535 euro) e Mantova (474 euro), le più economiche a Roma (146 euro), Chieti (162 euro) e Reggio Calabria (167 euro).
Lo segnala l’indagine condotta da Cittadinanzattiva sugli asili nido comunali che ha preso in considerazione una famiglia tipo di tre persone (genitori e figlio da 0 a 3 anni) con un reddito lordo di 44.200 euro e relativo Isee di 19mila euro. Oggetto della ricerca sono state le rette a tempo pieno per 5 giorni a settimana. 
Le tariffe hanno subìto, in media, aumenti contenuti (+ 0,7% rispetto all’anno precedente), anche se 24 città hanno ritoccato al rialzo le tariffe: l’aumento più consistente è stato registrato a Taranto (+ 127%), seguita da Pescara (+37%), Urbino (12%) e Chieti (10 per cento). 


Liste d’attesa
Un bambino su 3 resta fuori dall’asilo comunale, anche se, in base ai dati del ministero dell’Interno, le liste d’attesa si sono ridotte dal 36 al 31 per cento. Forti criticità si registrano in Sicilia e in Basilicata, dove restano, rispettivamente, insoddisfatte il 61 e il 55% delle domande. Aumentano le liste d’attesa in Abruzzo, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Molise, Puglia, Sardegna, Trentino Alto Adige e Sicilia. 
«Nell’ultima Finanziaria cogliamo segnali incoraggianti - dice Giustino Trincia, vice segretario generale di Cittadinanzattiva - ma a oggi, come evidenzia la nostra indagine, registriamo l’ennesimo ritardo accumulato dal nostro Paese e l’abisso che ci separa dall’Europa: a più di trent’anni dalla legge 1044/1971 che istituì gli asili nido comunali, quelli esistenti sono poco più di 3mila, a fronte dei 3.800 asili pubblici previsti già per il 1976. Inoltre, siamo ben lontani dalla copertura del servizio del 33% come auspicato a livello comunitario entro il 2010. Per questo chiediamo al Governo un’indagine ufficiale sullo stato degli asili nido in Italia, a partire da quelli pubblici, e lanciamo una petizione per chiederne l’apertura di ulteriori».


Nord e Sud a due velocità
Forti le differenze fra Nord e Sud, non solo nei costi, visto che le dieci città più care sono tutte al Nord, ma anche per il numero dei nidi sul territorio. Il 58% degli asili comunali è concentrato al Nord, il 28% al Centro e solo il 14% è al Sud. Il numero più elevato di asili nido si registra in Lombardia (603 strutture e 27mila posti), seguita dall’Emilia Romagna (513 asili con 23.262 posti) e dalla Toscana (397 asili con 14.338 posti).
Il numero degli asili nido è largamente insufficiente per la popolazione di oltre due milioni di piccoli da 0 a 3 anni. «La copertura del servizio in base alla popolazione di riferimento - spiega il rapporto di Cittadinanzattiva - è del 5,9%, con solo due Regioni, Toscana ed Emilia Romagna capaci di soddisfare oltre il 10% della potenziale utenza, a fronte di una incapacità pressoché totale di regioni quali Campania e Calabria che non arrivano a soddisfare nemmeno l’1% della potenziale utenza».
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