Bettisia Gozzadini, la prima donna insegnante universitaria (nel medioevo)

di Tommaso Cardinale, 24 giugno 2020

Nel medioevo per le donne era impossibile fare carriera accademica ed essere considerate nel mondo universitario? Sicuramente si trattava di una cultura diversa da quella contemporanea, ma c’è almeno un personaggio che ci indica come l’idea di un medioevo totalmente chiuso al genio femminile sia infondata: Bettisia Gozzadini.

Bettisia (o Bitisia) Gozzadini nacque a Bologna nel 1202 in una famiglia benestante della città. Cherubino Ghirardacci nella sua Historia di Bologna la dipinge così: 

non mai volle piegare l’animo suo di adoprar l’ago per cucire e infino all’anno duodecimo d’età, sempre andò vestita da maschio [...] si addottorò con grandissimo fausto di tutta la città di Bologna; e due anni continui in casa sua lesse la Instituta a più di trenta Scholari, che l’ascoltarono”.

Le fonti, non numerose, concordano sul fatto che con buone probabilità fu la prima donna ad insegnare in un’università. Una prova della sua fama come accademica e personaggio culturalmente sono due sue orazioni pubbliche, una in occasione della morte del Vescovo Dalla Fratta e l’altra in lode di Papa Innocenzo IV, della quale era, probabilmente, protetta.

Intorno alla figura di Bettisia Gozzadini sono sorte, nei secoli, diverse leggende. Per esempio, sul sito dell’Università di Bologna viene riportata quella secondo la quale Bettisia fosse costretta a fare lezione in piazza perché c’erano troppi studenti che volevano vederla insegnare.

Un’altra leggenda in qualche modo collegata alla precedente, e riportata anche da Umberto Eco nell’Enciclopedia delle Donne, era che Bettisia fosse così bella che per non distrarre i suoi numerosi doveva tenere le sue lezioni coperta da un velo.

Il giorno della sua morte furono sospese le lezioni nelle scuole della città e alla cerimonia funebre fu presente “con molte lagrime” il noto giurista Odofredo, legato a Bettisia per ragioni accademiche.

Mauro Sarti, storico e gesuita, contesta l’esistenza di Bettisia. Ma, come si legge in Notizie degli scrittori bolognesi di Giovanni Fantuzzi (a pag. 209 del Tomo IV), questa critica sembra essere più legata ad un pregiudizio verso l’Università di Bologna che nei confronti di Bettisia.

Se ti è piaciuto l'articolo condividilo su Facebook e Twitter, sostieni Documentazione.info. Conosci il nostro servizio di Whatsapp e Telegram?