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Consumo di droga in Europa: cosa è cambiato con la pandemia

di Francesco D'Ugo, 10 giugno 2021

Tra i vari effetti della pandemia da Covid19 alcuni riguardano da vicino il consumo di droghe in Europa (abbiamo parlato qui di quali sono le droghe più nocive). Infatti nel 2020 è aumentato l’utilizzo di alcol, droghe psichedeliche e benzodiazepine. A dirlo è l’Emcdda, l’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, nella sua Relazione europea sulla droga 2021 che raccoglie dati presi dai 27 paesi membri dell’UE, dalla Norvegia e dalla Turchia. 

Droghe e Covid, cosa è cambiato

Se, da una parte, per alcuni tipi di droghe come anfetamine e MDMA, solitamente associate a eventi ricreativi, è diminuito il consumo, dall’altra è aumentato il consumo e l’interesse verso altri tipi di droghe invece ritenute dai consumatori più adatte a un uso domestico. Parliamo principalmente di droghe psichedeliche come l’LSD e di droghe dissociative come la ketamina. Ma è anche cresciuto l’abuso di alcol e sono aumentati i casi di uso prolungato di benzodiazepine, farmaci utilizzati come tranquillanti o ansiolitici. Questi ultimi hanno infatti un costo contenuto e sono facilmente reperibili in farmacia e il loro abuso deriva spesso da tentativi di curare problemi di salute mentale, in molti casi derivanti dalla pandemia.

Inoltre i sondaggi effettuati dall’Osservatorio hanno rilevato che chi faceva un uso saltuario prima della pandemia ha ridotto o addirittura cessato il consumo di stupefacenti, mentre chi ne faceva un uso regolare ha aumentato il consumo.

Uno degli sviluppi più preoccupanti secondo l’Emcdda è il possibile aumento nel prossimo futuro del consumo di cocaina, crack ed eroina grazie alla diffusione di confezioni più economiche e dosi più piccole. Inoltre i problemi economici legati alla pandemia hanno già spinto e potrebbero farlo sempre di più molte persone vulnerabili verso l’abuso di droghe. 

Si è mantenuto invece stabile il consumo di cannabis (comunque lo stupefacente più diffuso), nonostante a preoccupare l’Osservatorio sia l’accresciuto contenuto di Thc: il livello del principio attivo, ovvero il responsabile degli effetti psicotropi della cannabis, è aumentato in media tra il 20% e il 28% ovvero quasi il doppio di quello che si può trovare nella cannabis vegetale. Viene segnalato, inoltre, che è in aumento il numero di persone che comincia per la prima volta un trattamento contro l’assuefazione da questa sostanza. 

Infine, l’analisi dell’Emcdda, ha evidenziato che il mercato della droga si è saputo adattare bene alle nuove esigenze dettate dalla pandemia ed è riuscito a riorganizzarsi rispetto alle restrizioni di viaggio e alla chiusura delle frontiere ad esempio ricorrendo di meno ai corrieri umani e puntando di più al contrabbando tramite container o catene di approvvigionamento commerciali. Inoltre il traffico al dettaglio si è digitalizzato facilmente, attraverso app di messaggistica (le cui conversazioni sono spesso criptate), social, siti internet e infine attraverso servizi di posta e consegna a domicilio. 

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