Cardinali pedofili e preti sposati? Dubbi sul colloquio Scalfari - Francesco

di Redazione 14 luglio 2014

Sta facendo discutere il colloquio/intervista di Scalfari a Papa Francesco apparso ieri su La Repubblica. Il colloquio ha riportato in primo piano due temi da sempre scottanti: la pedofilia e il celibato dei sacerdoti.

Anzitutto va detto che le frasi del colloquio sono poco attendibili: a poche ore dall'uscita dell'articolo Padre Lombardi, portavoce della Santa Sede, ha chiarito che “le singole espressioni riferite, nella formulazione riportata, non possono essere attribuite con sicurezza al Papa” perché si trattava di un incontro informale, senza registratore, riportato a memoria. Specialmente a proposito dei due passaggi più eclatanti dell’articolo: uno sulla presenza di “cardinali pedofili” l’altro sul celibato sacerdotale sui cui il Papa avrebbe detto “le soluzioni le troverò”. Il portavoce della Santa Sede si chiede se i virgolettati aperti e non chiusi a proposito di queste affermazioni non siano “una manipolazione per i lettori ingenui”.

Imprecisioni sulla pedofilia 

Chiarito che le parole non sono attribuibili direttamente al Papa c’è da registrare anche che appaiono molto imprecise. Ad esempio sulla pedofilia lo pseudo-Francesco avrebbe detto: “Il due per cento di pedofili sono sacerdoti e perfino vescovi e cardinali”. Come se, presi 100 pedofili , 2 sarebbero preti. Un dato sconvolgente. Forse nel pezzo si è fatta un po’ confusione con un altro dato, ufficiale, uscito qualche tempo fa (ne abbiamo parlato qui:http://www.documentazione.info/la-lotta-della-chiesa-alla-pedofilia-i-numeri) secondo cui tra il 2001 e il 2011 sono stati ridotti allo stato laicale 848 sacerdoti per crimini legati ad abusi e puniti  più lievemente 2572. Se la percentuale è presa da questi numeri nel totale verrebbe circa lo 0,8%, considerando il numero di sacerdoti totale nel mondo che è oltre 400mila (e non il numero totale dei pedofili). Tra l’altro questa percentuale non sarebbe comunque attendibile dato che i crimini commessi si riferiscono anche a molti anni fa, quindi si dovrebbe calcolare un numero totale di sacerdoti che varierebbe a seconda degli anni. 

Imprecisioni sul celibato

L’atro passaggio alquanto impreciso è quello sul celibato sacerdotale. Lo pseudo-Francesco avrebbe detto: “La Chiesa cattolica orientale ha facoltà fin d'ora che i suoi presbiteri si sposino. Il problema certamente esiste ma non è di grande entità. Ci vuole tempo ma le soluzioni ci sono e le troverò”. Anche qui il passo sembra riportato in modo approssimativo. Possibile che il Romano Pontefice non sappia che nemmeno nelle chiese orientali i preti si possono sposare? In queste chiese infatti ci sono uomini già sposati che possono essere ordinati sacerdoti ma un sacerdote già ordinato non può contrarre matrimonio (per approfondire vedi qui: http://www.documentazione.info/celibato-sacerdotale).

Sulla seconda parte dell’affermazione e sul suo tono (“Il problema certamente esiste ma non è di grande entità” e “le soluzioni ci sono e le troverò”) il dubbio sul fraintendimento sorge confrontando ciò che Francesco, sullo stesso tema, disse qualche tempo fa sull’aereo di ritorno dalla Terra Santa. Riportiamo le sue parole per intero, con la domanda della giornalista e senza commenti, affinché ciascuno possa farsi una sua opinione su come la pensa il Papa sul tema:

DOMANDA: Grazie, Santità. Lei, durante il suo pellegrinaggio, ha parlato a lungo e ha incontrato più volte il Patriarca Bartolomeo. Noi ci stiamo chiedendo se avete parlato anche dei passi concreti di avvicinamento, e se c’è stata occasione anche di parlare di questo. Mi chiedo anche se magari la Chiesa cattolica potrà imparare qualcosa dalle Chiese ortodosse – mi riferisco ai preti sposati, una domanda che preme a molti cattolici, in Germania. Grazie.

RISPOSTA (Santo Padre): Ma la Chiesa cattolica ha preti sposati, no? I cattolici greci, i cattolici copti… no? Ci sono, nel rito orientale, ci sono preti sposati. Perché il celibato non è un dogma di fede, è una regola di vita che io apprezzo tanto e credo che sia un dono per la Chiesa. Non essendo un dogma di fede, sempre c’è la porta aperta: in questo momento non abbiamo parlato di questo, come programma, almeno per questo tempo. Abbiamo cose più forti da intraprendere. Con Bartolomeo, questo tema non si è toccato, perché è secondario, davvero, nei rapporti con gli ortodossi. Abbiamo parlato dell’unità: ma l’unità si fa lungo la strada, l’unità è un cammino. Noi non possiamo mai fare l’unità in un congresso di teologia. E lui mi ha detto che è vero quello che io sapevo, che Atenagora ha detto a Paolo VI: “Noi andiamo insieme, tranquilli, e tutti i teologi li mettiamo in un’isola, che discutano tra loro, e noi camminiamo nella vita!”. E’ vero, io pensavo che fosse… No, no, è vero. Me l’ha detto in questi giorni Bartolomeo. Camminare insieme, pregare insieme, lavorare insieme in tante cose che possiamo fare insieme, aiutarci insieme. Per esempio, con le chiese. A Roma, e in tante città, tanti ortodossi usano chiese cattoliche al tale orario o al tal altro, come un aiuto per questo andare insieme. Un’altra cosa di cui abbiamo parlato, che forse nel Consiglio pan-ortodosso si faccia qualcosa, è la data della Pasqua, perché è un po’ ridicolo: - Dimmi, il tuo Cristo quando resuscita? – La settimana prossima – Io mio è resuscitato la scorsa… Sì, la data della Pasqua è un segno di unità. E con Bartolomeo parliamo come fratelli. Ci vogliamo bene, ci raccontiamo difficoltà del nostro governo. E, una cosa di cui abbiamo parlato abbastanza è il problema dell’ecologia: lui è molto preoccupato, e anch’io; abbiamo parlato abbastanza di fare insieme un lavoro congiunto su questo problema. Grazie. 

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