Tutela dei minori e lotta alla pedofilia nella Chiesa Italiana: tutti i nuovi dati

di Redazione, 30 novembre 2022

La Chiesa Italiana sta lavorando per aumentare gli strumenti di tutela dei minori e la lotta alla pedofilia: lo dimostra un report che ha coinvolto 158 Diocesi su 226 Diocesi italiane.

Il 17 novembre 2022 il sito ufficiale della Chiesa Cattolica Italiana ha pubblicato il primo report sulle attività di tutela nelle Diocesi italiane realizzato dalla CEI. A questo link è disponibile la versione integrale. La rilevazione ha preso in esame il biennio 2020-2021 e ha verificato lo stato dell’arte in merito all’attivazione del Servizio Diocesano o Inter-diocesano per la tutela dei minori (SDTM/SITM), del Centro di ascolto e del Servizio Regionale per la tutela dei minori (SRTM).

Le elaborazioni effettuate fanno riferimento a 158 Diocesi italiane, nonostante i Servizi Diocesani e Inter-diocesani per la tutela dei minori (SDTM/SITM) siano presenti in tutte le 226 Diocesi italiane. Questi servizi sono chiamati a supportare l’azione pastorale della Chiesa diocesana offrendo uno spazio di sostegno e prevenzione delle situazioni di disagio derivante dal comportamento di religiosi, affinché la protezione dei minori diventi concretamente un valore supremo da tutelare.

La distribuzione geografica del campione evidenzia una relativa omogeneità nella presenza di Diocesi collocate nelle diverse aree del nostro Paese; queste sono soprattutto di medie dimensioni (tra 100 e 250mila abitanti), seguite dalle Diocesi di grandi (oltre 250mila) e piccole dimensioni (fino a 100mila).

Nella maggior parte dei casi ricopre l’incarico di referente un sacerdote (51,3%), seguito da laico o laica (42,4%) e solo raramente un religioso o una religiosa (6,3%). Nelle Diocesi di piccole dimensioni, invece, per il 56,0% dei casi il ruolo di referente spetta a un laico o a una laica e per il restante 44,0% a un sacerdote.

Le principali attività svolte dal SDTM consistono in incontri e corsi formativi, che sono aumentati notevolmente passando dai 272 incontri del 2020 ai 428 del 2021. Il trend in crescita è confermato dal numero di partecipanti: da 7.706 nel 2020 a 12.211 nel 2021, con l’aumento più alto per gli operatori pastorali, passati da 3.268 a 5.760.

La maggior parte delle Diocesi ha attivato un Centro di ascolto (70,8%), in particolare nelle Diocesi di grandi dimensioni (84,8%). All’interno del report sono stati rilevati dati relativi a 90 Centri di ascolto: di questi 21 attivati nel 2019 o prima, 30 nel 2020, 29 nel 2021 e 10 nel 2022. L’attivazione dei Centri di ascolto è strettamente correlata alla dimensione delle Diocesi, con 38 Centri costituiti in Diocesi di grandi dimensioni o Diocesi che si sono aggregate.

Nel 74,4% dei casi la sede del Centro di ascolto differisce dalla sede della Curia diocesana e, in oltre due terzi dei casi, il responsabile del Centro è un laico o una laica (77,8%). Meno frequente è la scelta di un sacerdote (15,5%), oppure un religioso o una religiosa (6,7%). Tra i laici prevalgono nettamente le donne, che quindi rappresentano i due terzi dei responsabili.

Nel biennio in esame il totale dei contatti registrati da 30 Centri di ascolto è stato pari a 86, di cui 38 contatti nel 2020 e 48 nel 2021. Le persone che hanno contattato il Centro sono state per lo più donne (54,7%), via telefono (55,2%) o tramite corrispondenza online (28,1%), con la volontà di segnalare il fatto all’Autorità ecclesiastica (53,1%), di richiedere informazioni (20,8%) o una consulenza specialistica (15,6%).

I casi segnalati riguardano 89 persone, di cui 61 nella fascia di età 10-18 anni, 16 over 18 anni (adulto vulnerabile) e 12 under 10 anni. Riguardo alla tipologia dei casi segnalati, è emersa la prevalenza di “comportamenti e linguaggi inappropriati” (24), seguiti da “toccamenti” (21); “molestie sessuali” (13); “rapporti sessuali” (9); “esibizione di pornografia” (4); “adescamento online” (3); “atti di esibizionismo” (2). Le segnalazioni fanno riferimento a casi recenti e/o attuali (52,8%) e a casi del passato (47,2%).

Tra le azioni di accompagnamento delle vittime, i Centri forniscono informazioni e aggiornamenti sull’iter della pratica (43,9%), organizzano incontri con l’Ordinario (24,6%), offrono un percorso di sostegno psicoterapeutico (14,0%) e di accompagnamento spirituale (12,3%). Agli autori degli abusi, invece, vengono proposti percorsi di riparazione, responsabilizzazione e conversione, compresi l’inserimento in “comunità di accoglienza specializzata” (un terzo dei casi rilevati) e percorsi di “accompagnamento psicoterapeutico” (circa un quarto dei casi).

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